Mauro Icardi si prepara a fare il suo esordio in Ligue 1 già il prossimo weekend contro lo Strasburgo. L’attaccante più giovane ad aver superato le 100 reti in Serie A, arriva con un bagaglio di 121 reti nel campionato italiano, una in meno di Ibrahimovic, anche lui passato poi per il Paris Saint-Germain. Starà a Tuchel, adesso, adattare la manovra offensiva per integrare un classico centravanti d’area in una squadra che ha già Neymar, Di Maria, Cavani e Mbappé.
I numeri di Icardi
Icardi ha segnato più di 15 gol per quattro stagioni consecutive in Serie A. Ha realizzato un gol ogni 136 minuti, poco più di uno ogni due tiri in porta. “Io sono un centravanti classico, mi piace segnare, è la mia caratteristica migliore” ha detto l’argentino nella sua prima intervista da giocatore del PSG. “Questa squadra ha tanti giocatori offensivi e di talento che possono segnare e servire assist. Sono sicuro che mi troverò benissimo qui”.
Con una media di 2,5 tiri tentati a partita, Icardi è un giocatore diverso rispetto a Cavani che lavora più di lui anche in fase difensiva. Ottavo miglior bomber nella storia dell’Inter, l’argentino ha realizzato quattro reti in sei presenze in Champions League, dove sarà chiamato a provare le sue qualità contro il Real Madrid.
A Parigi, ritroverà anche Angel Di Maria, che è nato a Rosario come lui, e potrebbe formare una coppia d’attacco perfettamente assortita nei meccanismi di integrazione con Mbappé.
Come attacca il PSG di Tuchel
Il PSG di Tuchel attacca attraverso la continua costituzione di triangoli e la ricerca della profondità per liberare uno o due uomini sopra la palla, dietro la difesa. Costante la rotazione delle posizioni dei giocatori per non dare punto di riferimento all’avversario. E’ una squadra che non cerca la verticalizzazione diretta verso l’area. Icardi, che dà poca profondità ma aumenta gli spazi in area nello stretto, può trovarsi bene nel contesto di una squadra che insiste nel fraseggio per deviare il gioco sulle fasce verso gli attaccanti esterni. La possibilità di ricevere cross tesi dal fondo certamente aiuta un centravanti come l’argentino.
Potrebbe diventare però più lineare l’occupazione degli spazi in fase di possesso, che di solito prevede l’avanzamento di Verratti sulla trequarti e il taglio di uno degli attaccanti esterni verso l’area, con la ragionevole certezza che l’abbondanza di talento possa consentire velocità degli scambi stretti e creazione di superiorità numerica.
Arriva Icardi, come cambia il PSG
A questo punto, Tuchel potrebbe pensare di modificare il modulo base del PSG per inserire un centravanti dalle caratteristiche ben definite come Icardi. L’evoluzione più probabile è un passaggio al 4-4-2 con la coppia Icardi-Mbappé, visto che il francese si muove su una porzione di campo più ampia per sfruttare la velocità in progressione con la palla. Un modulo che potrebbe diventare ancora più offensivo con Di Maria e Neymar formalmente esterni di centrocampo.
In una variante non troppo dissimile nei fatti, il PSG potrebbe giocare con un 4-2-3-1 che vedrebbe Mbappé dietro a Icardi, con Di Maria e Neymar chiamati a occupare gli spazi di mezzo sulla trequarti e aumentare la frequenza del gioco corto negli ultimi venti metri.
L’arrivo di Icardi dovrebbe già portare al sacrificio di Cavani, che ha il contratto in scadenza a giugno 2020. Se in campo la squadra dovesse rivelarsi troppo squilibrata, Tuchel potrebbe anche passare al 4-3-3 con Mbappé-Icardi-Neymar davanti.
In tutte queste versioni, Icardi dovrebbe solo interpretare se stesso e dominare l’area, esaltarsi come centravanti puro senza troppi ragionamenti di supporto in fase di non possesso e compattezza verticale. Non gli si chiede di essere un attaccante aggregativo e facilitare lo scorrere del gioco. Gli si chiede di attirare i difensori e di segnare. E questo, non c’è dubbio, lo sa fare bene.