Era il 9 settembre del 1985 quando, nel bel mezzo della guerra, la signora Radojka Modric, a Zara, diede alla luce il piccolo Luka. Un’infanzia vissuta fra bombe, granate e colpi d’arma da fuoco, da ostello in ostello, perché apparteneva ad una famiglia di rifugiati che scappava dai predoni. Poche valigie, un unico sogno: il calcio.
Nonno Modric, che allevava bestiame, non riuscì a salvarsi: fu assassinato dai serbi il 18 dicembre 1991, durante la guerra indipendentista in Croazia. Luka aveva solo sei anni e, fra una fuga e l’altra, giocava a calcio in cortile. “Rompeva più finestre lui con un pallone che i serbi con le loro bombe“, racconta chi lo ha visto muovere i primi passi. Quel bambino biondino e gracile, impaurito ma pieno di coraggio, a 34 anni compiuti proprio oggi, è uno dei più grandi calciatori al mondo, Pallone d’Oro 2018.
Quel talento così tanto visibile non poteva sfuggire alla Dinamo Zagabria: aveva 16 anni e da lì in poi non si è più fermato. Prima il prestito al Zrinjski Mostar, in Bosnia, poi il ritorno in Croazia all’Inter Zaprešić. Poi il ritorno alla Dinamo e la scalata verso il successo. Nel 2008 il Tottenham. Inizio il salita in Premier League, poi l’arrivo di Redknapp per la svolta: diventa titolare e da lì non si smuove. Nel 2012, per 33 milioni di sterline, passa al Real Madrid: quattro Champions League, una Liga, una Coppa del Re, una Supercoppa, quattro Mondiali per Club e tre Supercoppe Europee.
Un Palmares pazzesco, poi la soddisfazioni in Nazionale: con la Croazia arriva in finale al Mondiale del 2018 in Russia e vince il Pallone d’Oro, mettendo fine al monopolio di Cristiano Ronaldo e Lionel Messi. Ha raggiunto l’apice, e ci è arrivato con merito. Dopo il campionato del mondo sembrava ormai giunta al capolinea la sua storia d’amore col Real: l’Inter lo ha tentato, ma Florentino Perez proprio non ne ha voluto sapere. Ne nasce la più brutta stagione di Modric da quando è in Spagna.
Quest’estate si è parlato nuovamente di un ritorno in Italia, stavolta all’altra squadra di Milano, il Milan. La presenza di Zvonimir Boban, suo grande idolo, era un incentivo in più, ma è stato un affare impossibile in partenza per questioni economiche. Ma c’è un altro motivo che ha spinto Modric a non lasciare Madrid: i grandi calciatori non vanno via dopo una stagione negativa, anzi, restano per rialzare le sorti della propria squadra. E lui, che è molto più di un grande calciatore, non poteva fare diversamente. Buon compleanno, Luka!
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