Si sono intesi subito. Capiti subito. Piaciuti subito. Sono due menti affini, Maurizio Sarri e Douglas Costa. Il nuovo tecnico della Juve, nella difficile via di introdurre una rivoluzione in bianconero che per ora si intravede solo, ha fatto la sua prima mossa. Ha cambiato l’attacco promuovendo il brasiliano prima scelta a destra, nel tridente con Higuain e Cristiano Ronaldo.
Douglas Costa: “Sarri è come Guardiola”
Sarri è come Guardiola, ha detto Douglas Costa. Entrambi, senza voler azzardare confronti di valore, inseguono uno stesso principio alla base dell’ordine tattico. Una visione costruttiva e collettiva dell’ensemble per cui la squadra come un’orchestra deve muoversi con un obiettivo costante: guardare la porta. Poi, negli ultimi venti o trenta metri, l’orchestra esalta l’assolo creativo, purché funzionale.
È il senso del gioco di passaggi che rappresenta l‘ideale del guardiolismo, quello che con troppa semplicità si sintetizza in tiqui-taca. Una sintesi che deforma, perché non è una proliferazione di passaggi estetizzanti e senza sbocco. È un’estetica finalizzata: almeno 15 passaggi servono perché la squadra sia nelle giuste posizioni per portare.la palla negli ultimi venti metri. Qui finisce il ruolo dell’allenatore, comincia l’ispirazione degli attaccanti.
Douglas Costa, l’uomo giusto nel tridente della Juventus
Sarri, davanti, non cerca uomini con l’anima da freestyler, che improvvisano giocate come versi su temi ogni volta diversi. Nel tridente della Juventus, ha bisogno di jazzisti che sappiano moltiplicare variazioni su un costante tema melodico con la forza di un’ispirazione cangiante. Douglas Costa corrisponde in pieno al profilo. È un attaccante esterno puro, difficilmente sostituisce la mezzala nei compiti di costruzione del gioco. Non estende la zona di competenza in verticale. Ma può allargare in orizzontale il fronte d’attacco e creare geometrie scalene. Perché parte a destra ma allo Shaktar e al Bayern Monaco giocava soprattutto a sinistra con il compito di andar sul fondo e appoggiare indietro. E proprio da lì ha fatto partire gli assist contro il Napoli.
A destra, sfrutta un’altra qualità: rientra e tira. Ovvero, quel che Sarri chiede a chi interpreta quel ruolo in un attacco a tre con le ali strette negli spazi di mezzo.e i terzini alti ad accompagnare l’azione disegnando una traccia esterna per lo sviluppo del gioco. Una posizione ancora più decisiva nella necessità di controllare la prevedibile asimmetria legata alla presenza più “anarchica” di Cristiano Ronaldo. Si spiega anche così, vista l’integrazione con CR7, la rinnovata centralità anche di Higuain passato da uomo d’area a “falso nove” con movimenti veri. E una storia da riscrivere, tra le pagine chiare e le pagine scure.