Figlio d’arte, esterno che ha già brillato al Borussia Dortmund con Tuchel, Henrikh Mkhitaryan completa lo stesso percorso del tecnico Fonseca. Dopo aver attraversato la storia dello Shakhtar Donetsk, l’esterno che ha avuto poco spazio nelle ultime stagioni con il Manchester United e l’Arsenal, arriva a rinforzare l’attacco della Roma.
Come gioca Mkhitaryan
Mkhitaryan più giocare da esterno ma anche da trequartista. Ha dato il meglio in un ruolo più ibrido, con Tuchel, in una zona di campo in cui spesso Fonseca chiede agli attaccanti esterni di agire. Ovvero quando può dominare gli spazi di mezzo, poter offrire una traccia interna allo sviluppo del gioco e mettere la sua flessibilità al servizio della squadra.
E’ un giocatore creativo con la palla, che ha già dimostrato di saper creare spazi, di saper sbilanciare difese anche chiuse attraverso la velocità di esecuzione, la rapidità dei movimenti. Tuttavia, le sue ultime stagioni sembrerebbero suggerire che l’armeno gioca bene in contesti che funzionano, ma fatica a ergersi a leader tattico e carismatico in situazioni di maggiore di difficoltà o di risultati al di sotto delle aspettative.
Mkhitaryan è un figlio d’arte
Henrikh è figlio di Hamlet Mkhitaryan, icona del calcio armeno, premiato come “Cavaliere dell’attacco” dalla rivista Soviet Soldier nel 1984 in quanto giocatore capace di realizzare tre o più reti nel maggior numero di partite nel campionato sovietico. E’ uno dei primi armeni a giocare all’estero, in una nazione fuori dal blocco sovietico. All’inizio degli anni Novanta, infatti, gioca nelle serie minori francesi al Valence, squadra della locale comunità armena, e all’Issy.
La carriera di Mkhitaryan: esplode allo Shaktar
Guarda al mondo, Mkhitaryan, che segue la famiglia in Francia. A sette anni, quando il padre muore per un tumore al cervello, promette che sarebbe diventato calciatore: chi li ha visti entrambi sottolinea che i loro stili di gioco si somigliano anche. A 14 anni va in Brasile per un provino al Sao Paulo. Resta pochi mesi, con un compagno di camera di cui il Brasile avrebbe sentito parlare, e anche l’Italia: Hernanes, il “Profeta” che ha illuminato della Lazio, dell’Inter e della Juve. Ma torna in patria al Pyunik poi si trasferisce al Metalurh Donetsk con cui segna all’esordio (3-0 al Partyzan Minsk, preliminare di Europa League dell’estate 2009). Diventa il più giovane capitano della squadra con cui segna 16 gol in 45 partite. Si trasferisce per sette milioni di euro allo Shaktar. Alla prima stagione, segna da ex il gol della vittoria in Coppa d’Ucraina contro il Metalurh, dopo essere entrato per Douglas Costa. Firma il nuovo record di gol in una sola stagione nella Premier League ucraina, vince tre volte il campionato e la coppa nazionale segnando ben 38 gol in 72 partite.
Gli anni di Mkitaryan al Borussia Dortmund e in Premier League
Le ottime prestazioni in Champions League attirano l’attenzione del Borussia Dortmund con cui realizza 23 gol in 90 partite in tre stagioni. Si trova meglio nella gestione Tuchel che negli anni con Klopp, ma il rendimento convince Jose Mourinho a portarlo al Manchester United per circa 32 milioni di euro. Vince l’Europa League del 2017, la Community Shield di poco successiva, poi viene acquistato dall’Arsenal, nel gennaio 2018, nello scambio per Alexis Sanchez. Con i Gunners avrà via via meno spazio in squadra.
L’Italia nel destino: Al Bano al matrimonio di Mkhitaryan
A giugno, Henrikh Mkhitaryan si è sposato con Betty Vardanyan. Il cognome in Armenia dice molto: il suo bisnonno Hrant ha fondato la Grand Holding, principale produttore nazionale di sigarette e di caramelle. Per la cerimonia, hanno scelto il monastero di San Lazzaro degli Armeni, sulla laguna veneta: è la casa madre dell’ordine benedettino dei Mekhitaristi. Al ricevimento c’è anche Al Bano che canta “Volare”, con Mkhtaryan cantante d’eccezione che diffonde il video sui suoi canali social.
“La danza delle sciabole” dopo i gol di Mkhitaryan
Allo Shakhtar, dopo ogni gol, dagli altoparlanti veniva suonata una musica tipica della nazione dell’autore del gol. Le reti di Mkhitaryan hanno contribuito a rendere ancor più popolare “La danza delle sciabole” (detta anche “delle spade”), un movimento dell’atto finale del balletto Gayane di Aram Il’ič Chačaturjan (1942). E’ uno dei brani pop-orchestrali più famosi del Novecento, scelto anche per diverse pubblicità e per esibizioni di pattinaggio artistico.
Mkhitaryan parla sette lingue
Mkhitaryan parla armeno, francese, inglese, russo (soprattutto con la nonna che vive a Mosca: è per lei che non ha un accento marcato, ha detto), portoghese, tedesco e ucraino. Diplomato all’Istituto di Cultura Fisica d’Armenia, ha studiato economia nella sezione di Yerevan del St. Petersburg Institute.
Ha saltato la finale di Europa League
Visto il conflitto tra Azerbaigian e Armenia, Mkhitaryan ha deciso di non partecipare alla finale di Europa League a Baku. Già quando giocava nel Borussia Dortmund saltò la trasferta a Qabala per problemi legati al conflitto del Nagorno-Karabakh. E nell’ottobre 2018 non era andato con i Gunners in trasferta contro il Qarabag, partita giocata nello stesso stadio della finale. Come sottolinea lo storico dello sport Nicola Sbetti, “alla fine formalmente è stato il calciatore a boicottare la finale, pur giustificando il tutto con ragioni di sicurezza personale e non con ragioni politiche, ma i controlli dei poliziotti a Baku a tutti i tifosi inglesi che si stavano recando al match indossando la maglia 7 dell’Arsenal fanno davvero pensare a quanto la UEFA abbia voluto far finta di niente di fronte a problemi oggettivi” scrive Federico Angelo su Calcio Romantico.