Chris Smalling è passato alle cronache nel recente passato per un episodio particolare: correva l’anno 2014 e, durante una festa di Carnevale – da lui organizzata –, ha accolto gli ospiti vestito da kamikaze. Il gesto, definito dal giocatore stesso “superficiale e insensibile”, è rimasto ben impresso nella memoria dei più curiosi e fa il paio con la ‘mascherata’ di Fonseca ai tempi dello Shakhtar. Il tecnico scelse una versione riveduta e corretta di Zorro che sfoggiò in conferenza stampa, davanti ai giornalisti.
Ora sono entrambi alla Roma che, per certi versi, il Carnevale lo sta vivendo in casa: se Smalling è arrivato a Trigoria, lo si deve proprio al fatto che la difesa giallorossa gioca brutti scherzi. La partenza di Manolas ha lasciato un vuoto che la coppia centrale Jesus-Fazio non è in grado di colmare, evidentemente tra i vari costumi disponibili avevano smarrito quello da difensore: 3 gol subiti alla prima giornata, dato piuttosto allarmante che Smalling dovrà debellare.
Il ragazzo, classe 1989, arriva nella Capitale in prestito secco per tre milioni di euro. Ha mosso i suoi primi passi nel mondo del calcio con le giovanili di Walderslade Boys, Lordswood FC, Millwall FC e Maidstone United. Nel 2008 la svolta: viene girato al Fulham, con i londinesi disputa ben 21 gare senza segnare un gol. D’altronde il fiuto sotto porta non è la principale qualità che gli viene richiesta, fa in tempo ad esordire in Premier ed Europa League. Due anni più tardi arriva al Manchester United, dove trascorre ben 9 anni totalizzando 323 presenze all’interno delle quali si concede per ben 18 volte la gioia del gol. La sua carriera, fin qui, è stata condizionata da alti e bassi: complici gli infortuni che lo hanno martoriato nel recente passato.
Al punto che con Mourinho i rapporti non erano proprio idilliaci, ma dopo le dimissioni dello Special One Solskjaer ha visto qualcosa in Chris riconoscendone le potenzialità. Riacquistando minutaggio, ha ritrovato anche continuità nelle prestazioni ma è arrivato il momento di rimettersi in gioco. Per questo ha colto al volo l’opportunità di approdare nella Capitale, con l’auspicio di spiccare il volo (possibilmente non in area di rigore) in un campionato diverso da quello in cui ha passato la vita.
Tecnicamente nasce come difensore centrale, ma all’occorrenza può fare anche il terzino destro: duttilità che fa comodo alla Roma vista la penuria di terzini degli anni passati, complice l’infermeria un po’ troppo affollata. Smalling, per evitare ricadute muscolari, si è dato al veganesimo: “Abbiamo fatto dei test fisici e la mia potenza muscolare è aumentata del 35%. Sto diventando sempre più forte e sto ottenendo risultati migliori. Ho avuto una tendinite, ma dopo essere diventato vegano ogni problema è completamente scomparso”, ha detto.
Finché dura fa verdura, insomma. Lo spera la Roma che vuole ripartire dal difensore per ridare esperienza ed affidabilità ad un reparto che scricchiola, inoltre – come confermano le curiosità legate al giocatore – è in grado di fare gruppo anche grazie ai suoi eccessi fuori dallo spogliatoio: ama divertirsi ed essere sopra le righe, ai giallorossi interessa solo che faccia il suo – sopra le righe, certo, ma del campo di gioco – senza creare problemi. Lo spauracchio di un Radja Nainggolan 2.0 (riferito alla condotta, non certo alle prestazioni) potrebbe ritorcersi contro un ambiente già in difficoltà. Vedremo se saprà arginare gli attaccanti così come i pregiudizi degli scettici, all’ombra del Colosseo non aspettano altro.
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