Altro che nuovo Milan. Quello visto a Udine è lo stesso di Gattuso, senza idee né logica. Sui social i tifosi sono una furia per quanto visto. Nel mirino c’è ovviamente Marco Giampaolo e le sue scelte di formazione. A centrocampo soprattutto, dove tutti gli interpreti erano fuori ruolo.
Nessun nuovo acquisto in campo ma per ragioni abbastanza ovvie: Bennacer è appena arrivato, Leao non è pronto, Theo Hernandez è infortunato e Krunic e Duarte non spostano granché gli equilibri. Ha scelto di affidarsi a chi in pre campionato ha fatto molto bene, come ad esempio Fabio Borini nel ruolo di mezzala, male invece ieri. Calhanoglu regista non è un fattore e Paquetà è apparso ancora fuori contesto. In difesa totale assenza di spinta dei terzini, troppo preoccupati per la pericolosità dell’Udinese in ripartenza. Scelte logiche quindi. Ciò che invece è mancato davvero è la personalità dei calciatori, problema che il Milan si porta dietro ormai da anni. Nessuno va oltre il compitino. Ed è questo il grande limite della squadra.
Poi è chiaro che dal punto di vista tattico qualcosa è andato storto. E infatti Giampaolo stesso, a fine partita, ha ammesso che qualcosa dovrà cambiare in avanti. Suso dietro Piatek e Castillejo non lo hanno convinto. In particolar modo, l’ex Sampdoria si è reso conto che, in questo sistema di gioco e con queste indicazioni, il polacco, uomo d’area di rigore, è troppo lontano dalla porta. Ecco perché ha aperto a possibili soluzioni alternative. Tradotto: probabile ritorno al 4-3-3, così da dare centralità a Piatek e ampliare il raggio d’azione dei fantasisti. Ciò significa che Suso potrà tornare nella sua comfort-zone, mentre a sinistra qualche dubbio c’è.
Le alternative non mancano: lo stesso Castillejo è un’opzione, ma ci sono anche Borini, Bonaventura e anche l’ultimo arrivato Rafael Leao. Oppure, si potrebbe ricorrere al mercato in questa settimana. Ecco, ora c’è da capire proprio questo: se Giampaolo ha intenzione di cambiare modulo, allora potrebbero cambiare anche gli obiettivi. Riferimento chiaro ad Angel Correa, più seconda punta che esterno, anche se può fare tranquillamente anche quel ruolo. Ma la situazione è parecchio scomoda. Starà a Maldini, Boban, Massara e Giampaolo trovare la miglior soluzione possibile.
Probabilmente, se potesse, Giampaolo farebbe tranquillamente a meno di Piatek, un attaccante che, per caratteristiche, non si sposa bene coi suoi dogmi. Ma non può, per due motivi: perché è un investimento da preservare e perché lo scorso anno, prima volta in Italia, ha segnato trenta reti. Uno così non può rimanere fuori. L’allenatore questo lo sa, ed è per questo che è disposto a cambiare il suo amato 4-3-1-2 pur di metterlo nelle condizioni giuste. Sì, perché dall’intervista post gara di ieri è emerso proprio questo: se cambia è per Piatek, non per Suso o per Castillejo, che invece considera adatti ai ruoli di trequartista e seconda punta.
Il Pistolero è l’ago della bilancia di questo nuovo Milan. Giampaolo cambia sistema per valorizzarlo, così come Maurizio Sarri, appena arrivato al Napoli nel 2015, passò dal 4-3-1-2 al 4-3-3 per sfruttare al meglio le qualità dei suoi tre attaccanti: Insigne, Higuaìn, Callejon. La mossa della svolta per l’avventura del toscano sulla panchina azzurra perché quella fu la base di una squadra poi straordinaria per gioco e risultati. Il Milan e i tifosi si augurano che l’effetto sarà lo stesso ma sui social aleggia pessimismo e turbamento (in maniera esagerata). Un inizio tutto in salita per Giampaolo.
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