L’infortunio di Perotti, che dovrà star fermo circa due mesi, riapre la pista che porta al possibile trasferimento di Taison alla Roma. L’esterno brasiliano potrebbe dunque ritrovare Fonseca con cui è esploso allo Shaktar Donetsk. Secondo il suo agente, Fabricio Dornelles, l’accordo potrebbe chiudersi già la prossima settimana.
Taison debutta in prima squadra nel 2009 con l’Internacional e si sposta in Ucraina nel 2010. Nonostante un campionato molto diverso per caratteristiche di gioco, gli 8 gol in 21 presenze nella Premier League non passano inosservati. Fa più fatica l’anno successivo, anche se si fa notare con sei reti in Europa League. A gennaio 2013, lo Shaktar versa la clausola rescissoria da 15 milioni. In quattro anni segna 16 gol in campionato in 82 partite.
L’anno scorso, via social, era stato proprio Perotti a cercare unsa forma personale di riscatto contro il brasiliano nel ritorno degli ottavi di Champions League. All’andata, a Kharkiv, Taison aveva colpito l’argentino con una gomitata non vista dall’arbitro Collum, che aveva ammonito entrambi. Dopo l’1-0 dell’Olimpico, e relativa qualificazione ai quarti, Perotti aveva pubblicato la foto di un ko del quasi omonimo Mike Tyson e un commento sintetico quanto efficace: “90 minuti all’Olimpico sono lunghi…”.
Prima di Fonseca, Taison aveva mostrato le sue qualità nella gestione di Mircea Lucescu, che definiva una parte del suo modo di lavorare attraverso un passaggio dell’Arte della Guerra di Sun Tzu. “Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se non conosci il nemico né te stesso, perderai ogni battaglia”. Il rumeno ha lavorato a lungo con l’italiano Massimo Ugolini, pioniere della match analysis.
Proprio Ugolini raccontava l’anno scorso, al Romanista, l’evoluzione del brasiliano Taison, che nasce attaccante esterno, soprattutto a sinistra, ma si è adattato a giocare anche in posizione più centrale. “Ha bisogno di spazi e quando li trova è praticamente immarcabile palla al piede” spiegava.
Nell’ultima stagione in Ucraina ha segnato sei gol su 79 tiri (più dei 5.38 previsti dal modello degli expected goals) e servito 16 assist. Ha vinto meno della metà dei 19 duelli tentati e completato il 51% dei 5.68 dribbling provati in media a partita. Preciso nei passaggi, ne ha effettuati 58 a partita con l’88% di accuratezza, di cui 6.65 verso la trequarti avversaria, e ne ha ricevuti 45.4 in media, secondo i dati Wyscout.
E’ un giocatore da allunghi (5.23 a partita), più che da ricami nello stretto, affidati nello Shaktar a Marlos, tecnicamente più raffinato.Ma si incastra nella visione di Fonseca che persegue la velocità di esecuzione e la compattezza verticale fra le linee della squadra. Principi solo intravisti all’esordio in campionato contro il Genoa che, nonostante i 6 tiri a 23, ha avuto spesso la possibilità di ribaltare l’azione a palla scoperta.
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