I numeri raccontano una storia. O anche di più. La storia di Mauro Icardi in nerazzurro è racchiusa nel passaggio da 9 a 7. Il primo identifica da sempre, dall’epoca in cui giocava “dall’uno all’undici”, il centravanti, il simbolo offensivo della squadra. Il 7 è il numero dell’ala destra, portatore di creatività ma anche di inevitabili solitudini.
Quel 7 è un timbro, la rappresentazione di un giocatore defilato nelle gerarchie, solitario anche se non finale. Icardi, nonostante la sua fermezza, è fuori dal progetto tecnico dell’Inter. Laterale, appunto, più osservatore che attore del destino della squadra.
Però, il 7 avrebbe dovuto finire sulle spalle di Alexis Sanchez, per cui la trattativa con il Manchester United rimane in corso. In alternativa, per il “Nino Maravilla” si era parlato anche dell’undici. Ma anche questo è già assegnato, a Federico Dimarco. Secondo il regolamento, un numero di maglia assegnato a un calciatore a inizio stagione torna libero solo in caso di cessione del giocatore a stagione in corso.
Per cui, Sanchez potrà giocare con uno di questi due numeri solo se uno fra Dimarco e Icardi andranno via. Oppure, se l’accordo si farà, cercare soluzioni creative come il memorabile “1+8” di Zamorano che all’Inter avrebbe voluto la maglia numero 9, affidata però a Ronaldo. Il 34, nel caso, è ancora libero.
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