Emergono importanti retroscena sulla morte di Emiliano Sala, il calciatore del Nantes che ha perso la vita, lo scorso 21 gennaio, in un incidente aereo sul Canale della Manica, lo scorso mentre veniva trasportato a Cardiff, club che lo aveva acquistato nel mercato di gennaio.
Stando all’AAIB (Air Accidents Investigations Branch) Sala e il pilota David Ibbotson, il cui corpo non è stato ritrovato, sarebbero stati esposti a dosi potenzialmente fatali di monossido di carbonio prima che l’aereo precipitasse in mare. I test tossicologici effettuati sul corpo di Sala hanno mostrato, infatti, un livello di saturazione della carbossiemoglobina (COHb) del 58%, un valore tale da causare convulsioni, perdita di coscienza e attacchi di cuore.
Morte Emiliano Sala, le cause dell’avvelenamento
Il rapporto degli inquirenti spiega inoltre che il monossido potrebbe essere entrato in cabina a causa di un possibile guasto nel sistema di riscaldamento o ventilazione dallo scarico. L’assenza, inoltre, di una struttura di separazione tra la cabina di pilotaggio e il resto del velivolo, ha esposto all’avvelenamento fatale anche il pilota con conseguente perdita di controllo sul velivolo, inabissato nella Manica.
Sala è deceduto a 29 anni. Il suo trasferimento, mai concretizzatosi in seguito alla disgrazia, è ancora oggetto di una disputa legale tra il Nantes e il Cardiff per il pagamento dell’indennizzo stipulato tra i due club.