L’Inter si è riunita nel proprio quartier generale: la sede centrale di Suning. Il campanello d’allarme suonato da Conte, per quanto riguarda il mercato, dev’essersi sentito forte e chiaro. Il problema, come ormai sanno tutti, è l’attacco: c’è Icardi che va sostituito e, inoltre, va preso un altro collega di livello dopo aver liquidato (pubblicamente) anche Ivan Perisic: “Non è adatto per fare quello che chiedo”, ha tuonato Conte dopo la sconfitta contro il Manchester United.
Lukaku, il tempo stringe: serve un’accelerata nell’affare
Proprio i Red Devils portano a Lukaku, pallino dell’ex Chelsea, serve un’accelerata nella trattativa e può avvenire soltanto se l’Inter mette sul piatto quei soldi in più chiesti dagli inglesi. C’è tempo fino all’8 agosto per tentare la sortita, poi ognuno per la sua strada, eventualmente. Quel giorno terminerà il calciomercato inglese e prima il Manchester dovrà, necessariamente, trovare un sostituto in caso di cessione del belga. Più si va avanti a traccheggiare, più il tempo stringe: dall’Inghilterra avvisano che la pazienza comincia a vacillare, nonostante ci sia la disponibilità del giocatore al trasferimento in nerazzurro.
Edin Dzeko: c’è l’ok del giocatore, manca l’accordo economico con la Roma
L’altra pedina offensiva si chiama Edin Dzeko, anche lui all’ordine del giorno nel summit in Cina, col giocatore bosniaco c’è l’intesa. L’attaccante ha fatto capire di volere l’Inter, anche se in amichevole continua a segnare con la Roma. Il ragazzo il suo l’ha sempre fatto, ora aspetta una sferzata in positivo dai nerazzurri. Così come l’attende Conte. Manca la quadratura economica con i giallorossi, che hanno iniziato un tira e molla sul prezzo del cartellino. C’è tempo, sicuramente più di quello a disposizione per Lukaku, affinché possa essere appianata ogni distanza. Anche perché il rischio, e a rimetterci sarebbe più che altro la Roma, è che l’Inter aspetti la scadenza contrattuale del giocatore (non troppo lontana) per poi acquisirlo a parametro zero. Sulla base di un accordo massimale fra le parti che già esiste.