Matthijs de Ligt parla ancora della Juventus. Il difensore olandese è stato protagonista di una nuova intervista dove ha spiegato ulteriormente le sue motivazioni per cui ha scelto l’Italia come destinazione e non un paese come la Francia con il Paris Saint Germain sulle sue tracce per diverse settimane.
Il classe ’99 è arrivato per 85,5 milioni di euro, diventando il difensore più pagato nella storia del calcio e il terzo acquisto più oneroso nella storia bianconera. Ha firmato un contratto per 5 anni a 7,5 milioni a stagione che possono diventare 12 grazie ai bonus. All’interno del contratto è presente una clausola rescissoria da 150 milioni che avrà inizio dal terzo anno.
De Ligt-Italia, una scelta ragionata
“Quando pensi a questo paese, pensi alla difesa”, ha detto ai microfoni di AS, poi ha proseguito: “I più grandi giocatori italiani della storia sono stati difensori: da bambino ero un fan di Baresi, Maldini, Cannavaro e Nesta. Ho ancora una maglia della Juventus di quando avevo 7 anni. Credo che l’approdo a Torino possa rendermi un difensore più completo. Naturalmente sono cresciuto con il calcio dell’Ajax, con un gioco totale, qui si vuole fare un buon calcio, ma il primo obiettivo è vincere, ovviamente”.
Su alcuni dei suoi nuovi compagni di squadra, da poco conosciuti, ha aggiunto: “Con giocatori come Buffon, Chiellini e Cristiano Ronaldo intorno a me posso fare il passo successivo: hanno tanta esperienza e proverò a prendere qualcosa da ciascuno di loro”.
De Ligt ha parlato inoltre della suo mancato approdo al PSG, che per molti media è stato attribuito all’ingaggio troppo elevato di Mbappé: “Ho cercato di chiudermi il più possibile, a un certo punto è diventato un po’ stancante. La cosa più folle che ho letto e che non sarei andato in Francia perchè avrei voluto guadagnare più di Mbappé. Che assurdità”.
Infine il quasi ventenne è tornato a parlare di Mino Raiola, il suo agente, spendendo nuove parole di approvazione: “Gli ho sempre detto che avrei annunciato la mia destinazione dopo la Nations League, fino ad allora volevo tenere alta la concentrazione sul campo da gioco. Non appena gli ho comunicato la mia volontà di andare alla Juventus, ha iniziato a lavorare per questo. Il denaro non ha avuto alcun ruolo per me, tutti quelli che mi conoscono lo sanno. Mino è il mio procuratore e si occupa bene dei miei affare, l’aspetto economico è venuto dopo che la scelta sportiva era stata già fatta”.